Bulletin n. 1/2005
December 2005
CONTENTS
  • Section A) The theory and practise of the federal states and multi-level systems of government
  • Section B) Global governance and international organizations
  • Section C) Regional integration processes
  • Section D) Federalism as a political idea
  • Biancheri Boris
    Cooperazione e comunicazione per un nuovo equilibrio mediterraneo
    in Impresa & Stato , Ottobre/Dicembre N.69/2004 ,  2004
    C'è una certa contraddizione in atto in questo momento nel rapporto euromediterraneo. Il Mediterraneo ha accresciuto la sua importanza strategica: negli ultimi anni, per una serie di fattori quali la lotta al terrorismo, l'incidenza della guerra in Iraq, è diventato ancor più un centro sensibile, un'area di rischio e di potenziali instabilità. Questo fatto comporta, per l'Europa, una nuova riflessione perché proprio contestualmente a questo processo, l'Europa attraversa una fase di allargamento e il peso specifico dell'area continentale europea si accresce sensibilmente. Due Paesi mediterranei di grande importanza politica e culturale come Cipro e Malta entrano nell'Unione Europea; ma se facciamo il conto materiale del peso degli abitanti dell'Unione Europea, vediamo che i nuovi membri dell'Europa centro-orientale assommano a 77 milioni di abitanti e i due nuovi membri mediterranei a un milione di abitanti; che il prodotto interno lordo dei nuovi membri dell'Europa centro-orientale è di circa 440 miliardi di euro e quello dei nuovi membri mediterranei di circa 11 miliardi di euro. Quindi, il peso del continente europeo si accresce. È comunque forte la convinzione che il Mediterraneo rappresenti nel contesto generale e internazionale un'area di particolare importanza e sensibilità. Non basta più mantenere l'area in quella sorta di equilibrio che si è conservato per tanto tempo e che tuttavia è stato insufficiente per segnare dei progressi veramente sensibili; occorre ricostruire un equilibrio e per realizzarlo è necessaria la cooperazione dei Paesi dell'area mediterranea. Inoltre, la dimensione del Mediterraneo è soggetta a nuove definizioni. L'area mediterranea risente dell'influenza di quelle zone di "retroterra mediterraneo": il Golfo, il Mar Nero, lo stesso Caspio che agiscono e interagiscono sugli equilibri del Mediterraneo, ma il cui centro di gravità è altrove. Il Mediterraneo, dunque, si trova non soltanto a confrontarsi con i problemi esistenti al suo interno, ma anche con quelli che provengono dalle aree vicine che ne influenzano la stabilità. Credo quindi sia lecito dire che il Mediterraneo attraversi obiettivamente una fase di difficoltà: spetta in primo luogo all'Europa il compito di ricostruire un equilibrio. L'importanza della comunicazione Che cosa si può fare concretamente? Che cosa ognuno può fare nel proprio ambito? Credo che il settore della comunicazione sia fondamentale. Il Mediterraneo ha costituito e costituisce tuttora un'area dove la comunicazione è insufficiente sia all'interno dell'area, sia da quest'area verso l'esterno. Gli eventi del Mediterraneo sono immediatamente noti se si tratta di catastrofi, terremoti, atti di guerriglia o di terrorismo, ma la realtà quotidiana, quello che avviene giornalmente nell'ambito della politica di ciascuno dei Paesi rivieraschi del Mediterraneo, nell'ambito dell'economia, della cronaca quotidiana, della cultura, dello sport, nell'ambito di tutto ciò che rappresenta la vita quotidiana dei suoi abitanti rimane sconosciuto. È insufficiente anche la conoscenza all'interno dell'area mediterranea. Spesso constatiamo che in parte le difficoltà del dialogo vengono dalla difficoltà di trovare un interlocutore che risponda. L'interlocuzione con la sponda Sud e la sponda orientale del Mediterraneo non è facile anche per un difetto di comunicazione al proprio interno. L'agenzia ANSA ha cercato di sopperire a questa mancanza comunicativa con la costituzione di Ansamed, un notiziario in italiano, inglese e arabo e del nuovo portale web, il cui obiettivo non è solo quello di portare notizie italiane nel Mediterraneo, ma di portare, in modo unitario, selettivo ma comprensivo, tutto ciò che ha rilevanza nella vita politica, economica e culturale dell'area mediterranea all'attenzione sia dei Paesi del Mediterraneo stesso, sia dei grandi media internazionali. Per far questo non bastano le forze dell'ANSA, ma occorre la collaborazione di tutte le forze e le agenzie che operano nei singoli Paesi del Mediterraneo: solo attraverso questo assemblaggio si può produrre un prodotto che veramente attiri anche l'attenzione dei grandi media internazionali. Esiste poi un interrogativo rilevante: cosa definisce in fondo il Mediterraneo? Non è un'unità etnica, non è un'unità linguistica, religiosa, politica, storica; è certo un'unità geografica, ma che cos'è, in realtà, che fa il Mediterraneo? Sentiamo che c'è qualcosa di comune, ma di che cosa si tratta? Ognuno dà le proprie risposte. Ritengo che se una somiglianza esiste, occorre andare a cercarla non in alto, nella stratosfera politica, ma in basso, nella vita quotidiana, ad esempio nel caffè. Non nel caffè prodotto, ma nello ¿spazio del caffè¿, ossia il luogo dove si entra, ci si incontra, ci si siede a un tavolo, ci si introduce, si vive insieme, si discute, si litiga, poi si fa pace e poi entrano dei nuovi interlocutori. Quello dei Paesi del Mediterraneo è sempre uguale ed è diversissimo dal bar americano, dal pub inglese, dalla pasticceria viennese o tedesca; è il caffè del Mediterraneo. Se si dovesse immaginare un simbolo della vita mediterranea, lo cercherei nel caffè del Mediterraneo. Che sia a Smirne, che sia a Rabat, che sia a Palermo, che sia a Marsiglia, che sia a Milano, c'è qualche cosa nel caffè del Mediterraneo che ci unisce e mi auguro che questa unione rimanga.
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